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QUINTA LETTERA AI PARROCCHIANI PDF Stampa E-mail
Carissimi amici,
continua questo tempo di cammino nel deserto che ci vede coinvolti tutti, senza distinzione alcuna, e che ci porta inevitabilmente a porci tante domande.
Scopriamo improvvisamente di essere fragili: fieri delle nostre certezze che vengono dalla scienza e dalla tecnologica, connessi con tutto il mondo e illusi di poterne essere padroni, ci riscopriamo in realtà piccoli e deboli.
Mi angoscia ogni volta che sento un’ambulanza con la sirena spiegata che corre nelle vie del nostro paese e in quel momento prego per chi viene trasportato e per gli operatori sanitari che lavorano con indefesso senso del dovere.
Dove trovare allora la forza per reagire? L’uomo può ritrovare il senso della vita soltanto nell’amore verso Dio, verso gli altri, suoi fratelli, verso se stesso e verso il proprio personale destino, temporaneo ed eterno. Di necessità siamo così portati ad una essenzialità di vita che può creare benevoli momenti di silenzio, di riflessione, di cura.
Il coronavirus non lascerà le cose come prima: dopo il suo passaggio saremo migliori o peggiori? Dipende da noi. Come le grandi malattie che hanno segnato la storia dei popoli, esso può diventare un’occasione di ravvedimento e di conversione. L’uomo senza Dio perde completamente la bussola della propria vita. Con Dio può ritrovarla.